SABATO 21 Settembre 2024
Mattina al Parco della Resistenza @ Palco c/o Famù
O9.3O / 11.OO >>> lectio Andrea Barzagli, tecnico forestale e direttore del Festival FogliaTonda di Firenze
"Chiamami con il mio nome: parole e spunti per parlare di montagna, boschi e comunità"
11.OO / 12.3O >>> reading di Francesco Deiana, poeta da Torino, insieme a Paolo di Motoli
"Storia della psicologia a sonetti"
ANDREA BARZAGLI
è Dottore Agronomo e Forestale e Guida Ambientale Escursionistica. Dopo alcuni anni passati nella ricerca come assegnista presso l'Università di Firenze, adesso collabora con Compagnia delle Foreste occupandosi di editoria, giornalismo e comunicazione specializzata nel settore delle foreste e dell'ambiente. Con la Redazione della rivista "Sherwood | Foreste ed Alberi" oggi gestisce la newsletter settimanale e collabora alla realizzazione di articoli, video e podcast. Co-fondatore del Festival Foglia Tonda nel 2018 ed attuale Presidente dell’omonima Organizzazione di Volontariato nata nel 2021, per Foglia Tonda si occupa della direzione artistica, della comunicazionee cura i contatti con le comunità locali.
"Chiamami con il mio nome: parole e spunti per parlare di montagna, boschi e comunità"
Ci sono luoghi, inmontagna come in valle, che sono tali solo perché le comunità locali gli hanno nel tempo attribuito un nome e a quel nome un significato, nel secolare intrecciarsi tra esseri umani e natura. Non è solo la mano ad aver definitoquello che chiamiamo paesaggio, ma anche la mente, costruendo una cultura condivisa che il tempo e l’abbandono stanno erodendo, allo stesso modo in cui la pioggia erode i versanti delle montagne. In questo lento sgretolarsi di terra e persone è necessario fissare alcuni punti, delle coordinate che ci permettano di orientarci all’interno di una narrazione che vorrebbe le nostre montagne da un lato vuote e selvagge, dall’altro pronte ad accogliere turisti e abitanti in fuga dalle città. Laddove ci viene presentata una cartolina, proveremo assieme a trovare le parole giuste per animarla, abitandone la complessità e ridandogli spessore, nel tentativo di ricucire la frattura culturale che adiviso i territori da coloro che li abitano.
FRANCESCO DEIANA
è insegnante di Filoso a e Storia, specializzato nelle attività di sostegno. Laureato all’Università di Torino con una tesi in Etica Applicata, ha a iancato la sua attività di insegnamento a corsi di formazione aziendale e corsi di loso a aperti a tutti. Ha pubblicato le raccolte poetiche Storia della loso a a sonetti (2016), SuiGeneris e I saggi sanno di essere ignoranti (2017), Miraggi. Porta avanti l’attività poetica partecipando e organizzando reading e Poetry Slam. Nel tempo libero aggiorna con regolarità il suo blog.
PAOLO di MOTOLI
è dottore di ricerca in Scienze sociali all’Università di Padova e in Studi Politici all’Università di Torino. Si è occupato di nazionalismo in Israele, fondamentalismo e musulmani in Europa. Di recente ha pubblicato un saggio dal titolo “Fuori dalla scuola, l’homeschooling in Italia”, Studium edizioni (2020). È insegnante di Scienze Umane al Liceo Norberto Bobbio di Carignano
"Storia della psicologia a sonetti"
un reading offerto al pubblico per sondare le potenzialità performative della forma poetica del sonetto.La presentazione propone alcuni dei testi più performativi del repertorio di Francesco Deiana, molti dei quali presenti nella raccolta poetica “I saggi sanno di essere ignoranti” (Miraggi Edizioni, Torino 2017) e altri rintracciabili in “Storia della filosofia a sonetti” (SuiGeneris, Torino 2016).
Con uno stile irriverente e canzonatorio, Deiana propone le proprie performance introducendole con brevi spiegazioni sulle motivazioni che hanno portato alla stesura dei componimenti. Bersagli polemici di tali introduzioni sono il verso libero e i poeti che ne fanno uso, i musicisti e i cantautori, i rapper, gli studenti di filosofia e i loro professori. Il tutto finalizzato all’ironica rivincita dell’endecasillabo classico contro la degenerazione “versoliberista” della poesia contemporanea.
Un viaggio in bilico fra la poetry slam e la tradizione sardo-toscana, che riesce a unire la musica hip-hop alla filosofia classica.
SABATO 21 Settembre 2024
Pomeriggio al Parco Monviso @ 121OO Beer Garden
15.3O / 17.OO >>> Annuncio dell’autore selezionato per la residenza fotografica 2025 a Cuneo e incontro con Baptiste Lignel, autore selezionato nell’edizione precedente.
18.OO / 19.OO >>> presentazione libro di Max Collini, musicista di Offlaga Disco Pax e scrittore da Reggio Emilia.
"Cose lontane di nuovo vicine. Storie di antifascismo senza retorica e presentazione dellibro Storie di antifascismo senza retorica di Arturo Bertoldi e Max Collini (ed. People)"
BAPTISTE LIGNEL
è un fotografo specializzato in documentari sociali. Ha iniziato a fotografare all'età di 14 anni e ha studiato Storia a Parigi prima di trasferirsi a New York per completare gli studi in Belle Arti con una specializzazione in fotografia presso la Parsons School of Design. Durante il suo percorso di formazione, ha avuto l'opportunità di studiare con fotografi rinomati come Ben Fernandez, Arlene Colleens, Charles Harbutt e Vincent Cianni. Un'esperienza di tirocinio con la fotografa Magnum Susan Meiselas ha svolto un ruolo significativo nello sviluppo della sua comprensione della fotografia. Dopo aver lavorato come Direttore Artistico in un'agenzia pubblicitaria, ha deciso di dedicarsi completamente alla fotografia. Nel 2010, ha cofondato la cooperativa fotografica Otra Vista, un'importante piattaforma per la pubblicazione di stampe e libri fotografici.
Il suo lavoro si concentra su storie di rilevanza sociale, affrontando temi come la vita dei "Padri single a 30 anni", la realtà delle "Prostituzione tradizionale nella strada Saint Denis", l'inclusione dei bambini con sindrome di Down ("Down and integrated") e la medicalizzazione degli adolescenti per problemi comportamentali negli Stati Uniti ("Pop Pills"). Inoltre, Baptiste Lignel è stato un insegnante presso l'Ecole Kourtrajmé, un'istituzione fondata da JR alle periferie di Parigi, dove ha ideato e gestito il dipartimento di Arte.
Come editore, ha contribuito a co-creare la collezione di libri "Photographers' References", che offre interviste approfondite a fotografi di fama consolidata. I primi due numeri sono stati dedicati rispettivamente al lavoro di David Goldblatt e Richard Misrach. Il suo lavoro viene regolarmente pubblicato su media di attualità e pubblicazioni aziendali. Finora, ha pubblicato sette libri fotografici monografici, tra cui "Coney Island" (con un testo di Sophie & Bruce Gilden) e "Sauvage" (con un testo di Gilles Clément), pubblicato nel 2021.
MAX COLLINI
è stato per undici anni la voce narrante e autore dei testi degli Offlaga Disco Pax, collettivo neosensibilista di Reggio Emilia, attivo dal 2003 fino allo scioglimento nel 2014, dopo la scomparsa di Enrico Fontanelli. Con il gruppo ha pubblicato tre album, tra cui "Socialismo Tascabile" (2005), e realizzato oltre 400 concerti. Dopo la fine degli Offlaga Disco Pax, ha collaborato con Jukka Reverberi dei Giardini di Mirò nel duo Spartiti, pubblicando un album nel 2016 e un EP nel 2017. Ha collaborato anche con Lo Stato Sociale e partecipato come ospite a diversi concerti per i trent'anni di Ortodossia dei CCCP e per i 25 anni di Epica Etica Etnica Pathos dei post-CSI. È stato protagonista dello spettacolo teatrale "I Soviet + L'Elettricità", dedicato ai cento anni della Rivoluzione d'Ottobre. Tra il 2019 e il 2022 ha portato in tour lo spettacolo "Hai paura dell'indie?", una reinterpretazione della scena musicale italiana recente, ospite anche a "Propaganda Live" su La7. Il tour si è concluso a gennaio 2023 a Reggio Emilia. Attualmente è impegnato con lo spettacolo "Storie di Antifascismo senza retorica", da cui è stato tratto un libro scritto con Arturo Bertoldi, presidente di Istoreco - Reggio Emilia, pubblicato da People.
“Cose lontane di nuovo vicine, storie di antifascismo senza retorica”
Mentre per decenni in questo Paese ci si è baloccati sul favoloso assioma «non può esistere antifascismo in assenza di fascismo», abbiamo avuto in ordine sparso: il golpe Borghese, Gladio, il Piano Solo, Peteano, piazza Fontana, piazza della Loggia, la strategia della tensione, la strage di Bologna, i NAR, l’Italicus, Ordine Nuovo, Terza Posizione, il Rapido 904, la P2, i servizi segreti deviati. Se invece vogliamo guardare al presente più prossimo una miriade di pimpanti formazioni di ultradestra mai sciolte, partiti di governo la cui ambiguità sul tema è diventata l'identità programmatica e, per non farci mancare nulla, ci è toccato perfino l’assalto alla CGIL a Roma. Nessuna conquista democratica, nessuna Costituzione figlia della Resistenza può dirsi acquisita per sempre e il presente non fa che ribadirlo ogni giorno, per questo sarà meglio cominciare da noi stessi a ricostruire il rapporto con la Storia dell'ultimo secolo. Abbiamo cercato di farlo raccontandovi episodi, aneddoti, eventi del passato e della contemporaneità.
Storie minime, personali, umane. Senza retorica, senza eroi, senza ufficialità, senza bandiere e proprio per questo nostre nel profondo, là dove si fanno i conti con chi siamo, che cosa vogliamo, quanto ci resta ancora da dire. Perché l’“assenza di fascismo” in questa Repubblica, dal 1945 a oggi, è stato solo il desiderio, mai realizzato, di chi ama la democrazia.
Arturo Bertoldi
Max Collini
DOMENICA 22 Settembre 2024
Mattina al Parco della Resistenza @ Palco c/o Famù
O9.3O / 11.OO >>> Francesco Tomatis, filosofo (Cuneo) "Avvicinamenti all’orizzonte verticale"
11.OO / 12.3O >>> Valentina Vannicola, artista visuale (Roma) "Inscenare il paesaggio"
FRANCESCO TOMATIS
è professore ordinario in Filosofia teoretica all’Università di Salerno e istruttore di Kung Fu della Scuola Chang. Editorialista di “Avvenire”, è garante scientifico internazionale di “Mountain Wilderness International”. Specialista nel pensiero filosofico tedesco e italiano dei secoli XIX e XX, ha elaborato una filosofia della montagna intesa come “alpi-mistica” e una filosofia del dialogo interculturale. Traduttore di opere di Schelling e di Nietzsche, è curatore di alcuni volumi delle Opere complete di Pareyson.
Fra i suoi libri: Kenosis del logos. Ragione e rivelazione nell’ultimo Schelling (1994), Ontologia del male. L’ermeneutica di Pareyson (1995), L’argomento ontologico. L’esistenza di Dio da Anselmo a Schelling (1997, 20102), Escatologia della negazione (1999), Pareyson. Vita, filosofia, bibliografia (2003), Filosofia della montagna (2005, 20215), Come leggere Nietzsche (2006), Dialogo dei principi con Gesù Socrate Lao Tzu (2007), Libertà di sapere. Università e dialogo interculturale (2009), Verso la città divina. L’incantesimo della libertà in Luigi Einaudi (2011), La via della montagna (2019), Il Dio vivente. Libertà, male, Trinità in Schelling e Pareyson (2022).
"Avvicinamenti all’orizzonte verticale"
Dopo Filosofia della montagna (2005), con il libro La via della montagna (2019) il filosofo Francesco Tomatis prosegue le sue ricerche sulla dimensione fisica e metafisica, naturale e culturale, politica e spirituale dell’ambiente montano. Leggendo la montagna come orizzonte e verticalità, ascolto e rifugio, tradizione ed esperienza, vengono vagliate questioni esistenziali, ecologiche e politico-economiche odierne. Attraverso cinque dimensioni o balze d’elevazione sulla via della montagna, Tomatis guida il lettore di passo in passo, di pensiero in pensiero a comprenderla come fonte di vita, anziché oggetto di sfruttamento, sorgente di autentiche esperienze personali, invece che mero scenario di divertimento. Il senso esperienziale del cammino aperto in verticale, l’abitare alpigiano, avvenire perché tradizionale, la riscoperta della cultura occitana e per essa dei valori alpini di fraternità e grazia, verità e libertà, non-violenza e laboriosità, coraggio e umiltà, la vita in montagna variegata e scaturita da elementi essenziali ciclicamente rigenerabili, la bianchezza e il candore alpino a cui volgersi, per ritornare a valle trasformati, sono tappe d’un percorso iniziatico: svolto nel pensiero ma ispiratore di ricerca personale, in quanto sperimentato personalmente dall’autore e da significativi interpreti dei monti alle cui riflessioni attinge (alpinisti e scrittori, montanari e poeti, musicisti e pittori), accomunati dalla diretta esperienza del vivere montano.
VALENTINA VANNICOLA
si laurea con una tesi in Filmologia presso l'Università La Sapienza di Roma e successivamente si diploma alla Scuola Romana di Fotografia. Il suo lavoro è stato esposto in diverse gallerie e Festival tra cui: Museo MAXXI, Roma; Museo MAAT, Lisbona; Casa Fiat de Cultura, Belo Horizonte; Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro; Galleria Reserva Cultural, Niteroi; Centro Cultural de Justiça Federal, Rio del Janeiro; Istituto Italiano di Cultura La Valletta, Malta; AuditoriumArte, Roma; Msheireb Museums, Doha, Qatar; festival Todos con Istituto Italiano di Cultura di Lisbona; Festival Head On di Sydney; Festival Circulation(s), Parigi; IIC di Melbourne; Gallery Central di Perth, Australia; Photo Città della Pieve (PG) La Triennale di Milano; Palazzo Ducale di Genova; Espace André Malraux Herblay, Francia; Vision Lab/Triennale di Milano presso la Mediateca di S. Teresa, Milano; Arte Fiera Bologna; Vienna Fair; Il Bellaria Film Festival; Galleria Al Blu di Prussia, Napoli; Galleria Wuderkammern, Roma; Urban Center di Rovereto; Mia Art Fair; CiternaFotografia-Festival; Fotografia Festival, Museo MACRO Testaccio, Roma; Centro italiano della fotografia d'autore, Bibbiena; Auditorium Parco della Musica, Roma; s.t. Galleria, Roma. Nel 2011 ha pubblicato con la casa editrice Postcard L'Inferno di Dante, curato da Benedetta Cestelli Guidi. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
"Inscenare il paesaggio"
Valentina Vannicola conduce una ricerca incentrata sul rapporto tra letteratura e fotografia e, più in generale, sulla capacità di quest’ultima di dare forma a storie. La sua pratica artistica è riconducibile al genere della staged photography e le sue immagini sono spesso influenzate dalla tradizione cinematografica. Nella sua ricerca la componente letteraria è l’incipit di un complesso lavoro di produzione, in cui l’autrice assume il ruolo di sceneggiatrice, costumista, regista. Il suo lavoro sulla Commedia dantesca sino alle recenti committenze, danno forma a un racconto corale che sottolinea la dimensione partecipativa del suo approccio e al contempo si inseriscono nella ricerca sul paesaggio contemporaneo.
DOMENICA 22 Settembre 2024
Pomeriggio al Parco Monviso @ 121OO Beer Garden
15.3O / 17.OO >>> incontro con Gianluca Panella fotografo, giornalista da Firenze
"Casa Gaza"
18.OO / 19.OO >>> Viola Di Grado, scrittrice (Londra) Presentazione del libro Marabbecca (ed. La Nave di Teseo).
GIANLUCA PANELLA
è un fotoreporter italiano indipendente specializzato in reportage sociali, attualità e ritratti. Ha documentato i Balcani, l'Egitto, Haiti, Israele e i Territori Palestinesi, Gaza, il Libano, il Marocco, il Sudan, il Sud Sudan, le Isole Kiribati, gli Stati Uniti e l'Europa. Le sue fotografie sono state pubblicate in diverse riviste italiane e internazionali.
Dopo una formazione in Scienze Politiche, ha iniziato come fotografo autodidatta. Successivamente ha studiato fotogiornalismo con Leonardo Brogioni a Milano, prima di iniziare la sua carriera con quotidiani locali. In questo stesso periodo ha incontrato Romano Cagnoni, che gli ha trasmesso l'ideale del fotogiornalismo come una profonda responsabilità. Dal 2007 al 2012, Panella ha collaborato con la MassimoSestiniNewsAgency, producendo lavori per la stampa italiana mainstream.
Panella ha concluso la sua collaborazione con l'agenzia per dedicarsi a progetti personali, tra cui i suoi progetti a lungo termine: “Behind The Lathmeh”, sul lato umano dei combattenti della Resistenza Palestinese, un lavoro che successivamente è diventato un'analisi profonda e prolungata sullo stato di prigionia della popolazione nella Striscia di Gaza, su cui sta ancora lavorando; “Bijanibiha”, un progetto a lungo termine sulla resistenza delle donne palestinesi nella Striscia di Gaza; “Tanit Project”, un documentario socio-ambientale sul Mar Mediterraneo che ripercorrerà le rotte degli antichi Fenici in barca a vela; “The Concordia Show”, una recensione cinica del circo mediatico e turistico sull'Isola del Giglio durante la tragedia del naufragio della Costa Concordia; e “Adrift”, un progetto nato dalla sua esperienza personale su un gommone con rifugiati al largo dell'isola di Lesbo, in Grecia.
"Casa Gaza"
Il suo lavoro “Gaza BlackOut” ha ottenuto il terzo premio nella categoria General News Stories al World Press Photo 2014 ed è stato premiato dal PHmuseum nel 2016 per il suo reportage sulle conseguenze del conflitto durante l'operazione "Protective Edge" alla fine del 2014. Esperto della questione palestinese, dopo l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023, Panella è tornato a documentare il conflitto in corso.
Cresciuto in un'epoca in cui i fotoreporter erano figure di riferimento su riviste specializzate, Panella racconta come questa professione si sia evoluta, spesso a discapito dell'accuratezza e della profondità. Si considera uno degli ultimi esponenti della "vecchia scuola", sostenendo che il buon fotogiornalismo debba essere svolto con lentezza e attenzione, elementi sempre più difficili da mantenere nell'era moderna.
VIOLA DI GRADO
è una scrittrice, orientalista e traduttrice italiana. Con il suo primo romanzo Settanta acrilico trenta lana, pubblicato quando aveva 23 anni, è stata la più giovane vincitrice del Premio Campiello Opera Prima e la più giovane finalista del Premio Strega.
E' l’autrice di Settanta acrilico trenta lana (2011, vincitore del premio Campiello Opera Prima e del premio Rapallo Carige Opera Prima) e Cuore cavo (2013, finalista al PEN Literary Award e all’International Dublin Literary Award). Con La nave di Teseo ha pubblicato Bambini di ferro (2016), Fuoco al cielo (2019, vincitore del premio Viareggio Selezione della giuria) e Fame Blu (2022). Vive a Londra, dove si è laureata in Filosofie dell’Asia Orientale. I suoi libri sono tradotti in diversi paesi.
"Marabbecca"
Un pomeriggio di fine estate Clotilde e Igor, dopo essersi lasciati, hanno un incidente d’auto. Lei rimane ferita, lui finisce in coma. Mentre veglia sul suo sonno impenetrabile, Clotilde inizia a ricevere visite della ragazza responsabile dello schianto, una fragile studentessa di ornitologia di nome Angelica, e tra loro nasce un rapporto indecifrabile e intenso. Quando Igor sì sveglierà dal coma — radicalmente trasformato eppure immutato nella sua indole violenta — la sua presenza logorerà l’equilibrio precario delle due donne: nello spazio magico e claustrofobico di una stanza piena di uccelli, i tre personaggi precipiteranno in un dedalo tortuoso dove i sentimenti muteranno forma continuamente. Ambientato in una Sicilia asfittica e mitologica, solcata da cieli accecanti e nere ceneri, Marabbecca è un romanzo visionario che pone domande cruciali sull’identità: su cosa significa dire “io” e sulle collisioni con l’altro che in qualche modo raccontano chi siamo davvero. Come la Marabbecca, personificazione nel folklore siciliano dell’oscurità e delle insidie dell’inconscio, leggendo ci si muove in un buio sfavillante, illuminati solo dalla luce lunare della scrittura, fino al vertiginoso finale.